Sono emersi i dettagli della querela presentata da Raoul Bova nei confronti di Fabrizio Corona, terminale della catena che ha portato alla pubblicazione dei messaggi privati tra l'attore e Martina Ceretti. Il Corriere della sera riferisce che Bova avrebbe querelato Corona per diffamazione ma anche per "illecita diffusione di dati personali" perché secondo lui (e il suo avvocato) ci sarebbe stata la volontà di guadagnare e di arrecare un danno. Si tratta di un reato punito con una pena massima di 3 anni di carcere che secondo la difesa dell'attore si configura attraverso il messaggio diffuso da Corona nel suo profilo Telegram, perché avrebbe esortato i suoi follower (molto numerosi) a diffondere il contenuto del suo canale.
"Condividetelo con i vostri amici raga, così normalizziamo un po' questo 'VIP', che non sono più fighi di voi", ha scritto Corona. Secondo la parte querelante si tratta di una "condotta scellerata" e la finalità del profitto "appare innegabile", anche perché la fruizione di parte del canale YouTube di Corona può avvenire solo dietro pagamento di un abbonamento. Ma ci sono ovviamente anche le pubblicità, che alimentano un guadagno attraverso le visualizzazioni. Il danno inflitto all'attore, poi, come riferisce il Corriere della sera, esiste perché Corona "ha dato il via ad una diffusione virale dei contenuti illecitamente pubblicati, strumentalizzati a fini di scherno e di irrisione". Anche l'avvocato Annamaria Bernardini De Pace, che segue l'attore dal punto di vista civile per l'affidamento delle figlie e per la segnalazione fatta al Garante della Privacy.
A Corona viene contestata la definizione di "babbo di minchia" che verrebbe fatto passare "ancora una volta per la brava persona che non è". Con queste frasi Corona "lede l’onorabilità e il decoro" dell'attore, tentando di "indurre il lettore a convincersi della effettiva rispondenza del fatto adombrato, mediante un atteggiamento comunicativo che esorbita da una funzione prettamente valutativa per assumere falsamente i connotati di una vera e propria notizia di cronaca". Queste frasi vengono definite "infondate, umilianti e ingiustificatamente aggressive". Corona non è coinvolto nell'indagine per tentata estorsione: è stato sentito solo come persona informata sui fatti ma l'attenzione degli investigatori non si concentra su di lui per questo fascicolo.